BRUXELLES - In una risoluzione adottata oggi con 574 sì, 37 no e 82 astensioni, il Parlamento europeo ha respinto i risultati ufficiali delle cosiddette “elezioni presidenziali” che si sono svolte in Bielorussia il 9 agosto, dato che si sono svolte “in flagrante violazione di tutti gli standard riconosciuti a livello internazionale”.
Una volta scaduto il 5 novembre “il mandato del leader autoritario uscente Alexander Lukashenko”, il Parlamento non lo riconoscerà più come Presidente del Paese, come si legge nel testo.
I deputati si pronunciano quindi a favore di sanzioni europee contro un ampio gruppo di persone responsabili della falsificazione dei risultati elettorali e la violenta repressione in Bielorussia, in particolare il presidente Lukashenko.
Chiedono agli Stati membri dell’Ue di mettere in opera misure restrittive senza tardare, in stretto coordinamento con i partner internazionali.
I deputati inoltre salutano la recente creazione del Consiglio di coordinamento in qualità di “rappresentante provvisorio del popolo che chiede un cambiamento democratico in Bielorussia”, aperto a tutti gli attori politici e sociali e ripetono i numerosi appelli allo svolgimento di nuove elezioni libere ed eque nei tempi più rapidi possibili e sotto supervisione internazionale.
Oggi, nel frattempo, l’alto rappresentante Ue Josep Borrell ospiterà a Bruxelles una riunione informale con Svetlana Tikhanovskaya, leader dell’opposizione bielorussa e i ministri degli esteri degli Stati membri dell’Ue”. Tikhanovskaya, la principale candidata dell’opposizione alle presidenziali bielorusse costretta a trasferirsi in Lituania subito dopo il voto, sarà anche ricevuta dal presidente del Parlamento europeo David Sassoli.
L’opposizione bielorussa sta intanto preparando una lista nera degli agenti di polizia sospettati di violenze e torture contro i manifestanti pacifici delle proteste anti-Lukashenko: lo ha annunciato la stessa Svetlana Tikhanovskaya.
“Ci sono stati forniti i nomi di coloro che hanno torturato e picchiato la gente”, ha detto la leader dell’opposizione bielorussa.